:-\
31.12.05
  >>e se va bene a me...
...buon 2006 a tutti
S_2005_t_v_
 
30.12.05
  >>piccoli fans
Quasi ogni giorno ricevo almeno una telefonata di incoraggiamento del tipo:
-"Che cazzo scrivi, Stefano, che cazzo scrivi, porca puttana???"
oppure
-"Ma quando la finisci di scrivere puttanate su quel blog?"
o anche
-"No te gà proprio un casso da far! E no sta dirme che te lavori, ********(serie di bestemmie)!"


Ieri, nonostante tutto, ho completato il progetto "copia & Incolla" dell'otto Per Mille;
Mi vergogno? Sì, un poco mi vergogno.

Stamattina, la vista dello spazio vuoto e straziato dove c'era il Che che adesso più non c'è (cfr post ammutinaTM del 13 novembre u.s.) ho deciso che è tempo di metterci una pezza, meglio se colorata. Devo scartare in partenza Padre Pio (anche se particolarmente adatto al mio nuovo ambiente...). Questo pomeriggio vado a caccia di adesivi...che si trovi l'adesivo con lo stemma di Ratzinger?
E poi qualcuno mi spiega perchè uno si deve scegliere un simbolo con:
1-la testa di una regina negra (che casomai, potrebbe essere nel simbolo araldico di Rocco Siffredi...)
2-Una conchiglia simbolo della Shell e dunque delle guerre contro gli immondi maomettani per sottrar loro il possesso dei pozzi petroliferi
3- un porcello (o un qualche altro facocero ) con la lingua fuori simbolo....
 
29.12.05
  >>Funghiscono?? Io '80 voglia di...
Ieri non c'afefo foglia di fare nulla e, passeggiando amabilmente su è giù per il mio ufficio, mi interrogavo sulle grandi questioni della vita. Immaginatemi che cammino in circolo ripetendo a mezza voce frasi come codesta:

"L'inverno si prolunga, il sole adopera
il contagocce. Non è strano che noi
padroni e forse inventori dell'universo
per comprenderne un'acca dobbiamo affidarci
ai ciarlatani e aruspici che funghiscono ovunque?"

E su quel "funghiscono" sono ripiombato improvvisamente nel buio degli anni 80. (che è comunque meglio che starsene in ufficio senza voglia di far nulla mentre invece devi occuparti di un "progetto diocesano dell'8 per mille"...).
In un post di qualche tempo fa mi lamentavo del rigurgito di paninari e altri resti & avanzi maldigeriti della decade maledetta.
Ma non ho detto nulla della & sulla musica.
Rimedio subito.
Orbene l'altro ggggiorno mentre bighellono al bar perchè nel mio luogo di (supposto) lavoro ci stanno troppi aruspici, ti sento per radio questo pezzo e mi dico: la voce con quei gridolini e i riff preistorici li conosco, l'abuso del cowbell è sintomatico...questi sono i cari vecchi Tygers of Pan Tang...sarà un pezzo dell'81/82. E infatti il dj m'informa che sono i Darkness con un pezzo appena sfornato (ma chi è che li compra questi album?).
Poi il giorno dopo sono entrato in un bar e alla radio davano "Comanchero". Mi sono spiegato? Comanchero! Altro che amnistia, a Moon Ray bisognava dargli l'ergastolo! Sarà stato perchè era un baraccio dove s'ascolta solo roba tipo Radio Bella & Monella o similari, mi son detto io.
E allora ecco che ti vado a comprare dei regali di natale in un negozio figo; e lì ti ascoltano "The final countdown".
Eh, no! Scappo in preda al terrore e in una profumeria stanno ascoltando "holiday" di Madonna, quand'era ancora una buzzicozza 'gnorante.
Qui c'è qualcosa che non va...sono proprio ritornati...quasi quasi uso i soldi dell'ottoPerMille per recuperare le vecchie popstar italiane create da Cecchetto...
 
28.12.05
  >>Serietà raggiunta & la fenomenologia dell'utente di blog
Oggi (come si capisce bene leggendo il titolo) l'intento era quello di mettere in atto un mirabilante sbrodolamento verbale per iscritto. Ma l'ora & la condizione mentale & niente vacanza & sempre qua in questa stanza hanno determinato una impossibilità oggettiva.
Mi salvo in corner andando ad estrarre dalla cartella "da usare in caso di emergenza" l'immaginina (sacra) natalizia qui sotto...
ziobordi
 
27.12.05
  >>Ricorrenze
Cade oggi una singolare ricorrenza: cinquantotto anni fa un tale di nome Enrico de Nicola promulgava una cosa che si chiamava "Carta Costituzionale Italiana".

Ne facevano di cose strane il secolo scorso!
 
26.12.05
  >>LA STRENNA DEL NATALE 2004 (seconda parte)
Qui prosegue e si conclude la storia Natalizia di Fabio B.; La prima parte la potete leggere cliccando qui.

Con questi pensieri che lo assillavano V.D. si vestì in fretta e si recò all'ingresso della piscina. No. Nessuno aveva trovato delle chiavi. Comunque non si doveva preoccupare, nel caso lo avrebbero sicuramente avvisato. Uscì fuori all'aperto. NON SI DOVEVA ASSOLUTAMENTE PREOCCUPARE?! Freddo. Dove aveva parcheggiato? Gli pareva di ricordarsi, ma...no, lì la sua macchina non c'era. Magari era da un'altra parte. Sì, ma dove? E se.....cominciava tutto a diventare assurdo. Chi mai avrebbe rubato una vecchia punto? Gironzolò per il parcheggio. Ogni tanto vedeva una vettura che gli sembrava la sua. Affrettava il passo col cuore in gola, ma quand'era a pochi metri lo capiva. No. Non era la sua. Dopo quelli che dovevano essere dieci minuti decise che non c'era. E se anche ci fosse stata COMUNQUE non aveva più le chiavi, per cui era inutile al momento cercarla. Doveva tornare a casa. Ma non aveva più le chiavi per entrare. Eh, già. Il mazzo con le chiavi di casa era nel cruscotto della macchina. E adesso? Doveva passare da sua sorella a prendere una copia. Ma sua sorella stava dall'altra parte della città. Quindi doveva attraversare tutta Bologna, prendere le chiavi e poi fare un altro bel pezzo di strada per tornare a casa. Non c'era altro modo.
Iniziò a camminare, e a lasciar andare i pensieri. Non era possibile. La sua roba era ancora in un armadietto chiuso, e la chiave, magari, sul fondo della piscina. La macchina....chi lo sapeva? Magari preso dall'ansia e dalla paura non l'aveva vista. E se l'avesse parcheggiata dall'altro lato della piscina? Non gli sembrava, o meglio, proprio non riusciva a ricordarselo. Camminò per un'ora e mezza prima di giungere nei pressi della casa della sorella. Suonò il campanello e, dopo poco, apparve sulla soglia suo nipote, un ragazzino di 16 anni. No, la mamma non c'era. Sì era solo in casa e non sapeva quando sarebbero tornati. "Un mazzo di chiavi? Adesso ci guardo." Rientrò e dopo pochi minuti riapparve con qualcosa in mano. Eccole. Non poteva aspettare il ritorno della sorella-doveva tornare a casa. Ringraziò il nipote e ritornò sui suoi passi. Ora più di prima sentiva l'impulso a fare in fretta. Ma non se la sentiva di prendere una autobus o un taxi. Non aveva soldi con sè. Non aveva contanti a casa. Non aveva documenti. Le banche erano chiuse. E poi, soprattutto, se l'era sempre cavata da solo. Anche stavolta doveva arrangiarsi. Come aveva potuto smarrire quella chiave? Dopo quasi un'ora arrivò a casa. Salì i gradini in fretta, col cuore in gola. Arrivò davanti al portone di casa, aprì la porta e....Oddio! Oh, mio dio! Sentì una forte fitta al petto, e sentì la testa che si annebbiava. Tutto! Gli avevano portato via tutto. Si addentrò per le stanze. C'era disordine ovunque, cassetti rovesciati, oggetti rotti e libri sparpagliati. Mancava il televisore. Mancava il frigorifero. Il microonde. Erano spariti i soprammobili d'argento. Mancava persino il telefono. Gran parte di quello che non era stato portato via era comunque rotto e inservibile. Uscì lasciando l'uscio spalancato. Gli girava la testa. Gli avevano preso la chiave dell'armadietto. dall'armadietto avevano preso portafogli, coi documenti e i soldi, il cellulare e le chiavi della macchina. Dalla macchina le chiavi di casa e tutto il resto. Scese alcuni gradini...cosa doveva fare? Vide un ragazzo salire le scale del piano sotto al suo, ecco, doveva chiedere aiuto. Doveva chiedergli di usare il telefono. La testa gli girava sempre più e finalmente arrivò il buio.

E così termina la nostra storia natalizia. O meglio, termina con due poliziotti che si recano sul posto. E uno dei due (guardatulesorpresedellavita!) è proprio M., con cui Fabio B. aveva convissuto per un paio d'anni presso il Convento di S. Francesco in piazza Malpighi. E così, mentre lo sbirro numero 2 raccoglieva la denuncia del nostro anziano vittima "a cascata" di questi tempi barbari, poco più in là due vecchi amici ritrovati chiacchieravano amabilmente dei vecchi tempi. Le imperscrutabili magie del Natale. Con la enne maiuscola.
[fine]
 
25.12.05
  >>Buon Natale
Buon Natale!
Feliz Navidad!
Glædelig Jul!
Vrolijk Kerstfeest!
Joyeux Noël!
Fröhliche Weihnachten!
Kala Christougenna Ki'eftihismenos!
Gleðileg Jól!

[Soprattutto a quella persona che m'ha regalato questa bella bottiglia qui a lato]
 
24.12.05
  >>LA STRENNA DEL NATALE 2004 (prima parte)
Questa storia è vera e veritiera per il 99%. E' stato modificato solo un particolare così da permettere ai protagonisti di non riconoscersi e far sì che il tutto sia nuovo e godibile anche per loro.

LA STRENNA DEL NATALE 2004

Fabio B. stava rincasando dopo una dura giornata di lavoro. Il traffico, le luci, natale, Bologna. Quali fossero i suoi pensieri appena giunto a casa sua, nel suo monolocale in una palazzina in via Dè Gandolfi, non è dato sapere. Anche perché ecco che mentre sta aprendo la porta di casa, alle sue spalle ansimando arriva una persona:

-la prego mi faccia usare il telefono mi hanno....(malore improvviso)

Cos'era accaduto a quest'uomo in là con gli anni? Scopriamolo assieme tornando a quella mattina.....

Quella mattina il Signor V.D., 64 anni, pensionato, single, di Bologna si era recato in piscina. Ci andava spesso. Gli piaceva. Punto. Si era cambiato nello spogliatoio, aveva lasciato il suo accappatoio su una sedia, si era immerso in acqua e aveva iniziato la serie delle sue 30 vasche. Dopo circa un'ora, stanco, aveva risalito i gradini della scaletta metallica, s'era infilato le ciabatte abbandonate a bordopiscina e si era diretto verso l'angolo dove aveva lasciato accappatoio. L'aveva indossato e aveva iniziato ad asciugarsi. Poi si era accorto che qualcosa non andava. Una piccola anomalia nella lunga serie di atti di routine che finora avevano scandito quella e tutte le altre mattine come quella. Dalla tasca dell'accappatoio era sparita la chiave dell'armadietto. Sparita? Possibile? Ma c'era poi mai veramente stata? Magari gli era caduta lungo il tragitto. Perché doveva essere proprio "sparita"? Con un'ansia crescente era entrato nello spogliatoio scrutando attentamente ogni centimetro del pavimento in cerca di una risposta rassicurante. I suoi vestiti. C'erano. Come pure le scarpe. Ma l'armadietto era aperto. Aperto. E dentro: vuoto. Quello a fianco però era ancora chiuso. E se fosse stato quello il suo? Non si ricordava. Gli pareva fosse quello aperto, però....no! Il portafogli con i documenti. e anche soldi. Un centinaio di euro. Una bella somma per un pensionato. e il cellulare. e le chiavi della macchina. Magari il suo era il 79, quello ancora chiuso lì a fianco, e le chiavi erano per terra da qualche parte. Oppure potevano averle in portineria.
[continua]
 
23.12.05
  >>antevigilia. venerdì. oggi.
Antevigilia.
Sinusite.
Pressione alle tempie.
Cappellino di lana.
Prurito al cuoio capelluto.
Disagio diffuso.
Telefonate a funzionari pubblici.
Fastidio.
Ticchettare di orologio.
Ticchettare pallido e assorto.
Voci in lontananza.
Testa tra le mani.
Pulsante on/off.
Off
 
22.12.05
  >>operazione verità
Stanotte ho fatto un sogno curioso. Ero nella villetta di Cogne con Bruno Vespa. Lo stavo percuotendo violentemente e reiteratamente al basso ventre con una picozza, cercando di riprodurre a suon di schizzi di sangue sul muro la famosa opera "La Grande Jatte" di Seraut. Sulla parete opposta all'opera in fieri campeggiava una gigantografia: la bandiera italiana sullo sfondo, in alto la scritta "operazione verità" e il Berlusca in primo piano che, raggiante con un sorriso a 36 denti, manifestava la sua intima approvazione tenendo il pollice alzato a mò di Fonzie. Fuori, nel prato attorno alla villetta, Fiorani, vestito con una tuta bianca indossata comunemente dagli uomini del Ris agitava uno striscione contro la TAV mentre ai suoi piedi Borghezio muoveva la lingua "a mulinello" in bocca a Ricucci che sembrava gradire.
Sono forse malato?
 
20.12.05
  >>'sti tedeschi!
Una premessa (uffa, sempre 'ste premesse!)
Potrei piazzare un bel disclaimer da qualche parte in 'sta pagina, (magari sulla destra in alto al posto del proclama oltranzista) evitando così di iniziare un post sì e uno no con precisazioni e premesse. Sidàilcasoperò che il disclaimer sia una forma di espressione che, per dirla con Keats, "mi fa da cagare" , per cui, niet!

Veniamo a noi
Finora in questo o in altri blog (cfr ammutinaTM) ho pubblicato:
-foto mie e di amici/parenti conoscenti, sconosciuti anche corredate da insulti e ischerzi e frizzi e lazzi;
-espressioni ingiuriose verso il presidente del consiglio;
-volgarità a ufo e stronzate a stufo;
-un bel pentolone di cazzi miei;
-ultimamente diverse cose pallose.

Bene, proseguo su questa linea con palesi violazioni del diritto d'autore etc etc (se queste cose non le faccio adesso che sono nullatenente e indi tacitamente autorizzato a ledere un'ampia gamma di diritti altrui senza doverne poi rispondere patrimonialmente.....)

La strip che vedete qui in alto l'ho rubata da Linus di Dicembre, è di Ralf König e in italiano s'intitola "come conigli". (per maggiori informazioni il sito è http://www.ralf-koenig.de/ semprechè non aborriate i "gay cartoons"...).

Consiglio per le feste: se odiate veramente qualcuno (veramente!) ecco il regalo perfetto:

 
18.12.05
  >>spazzatura
Niente da dire su Fazio, Fiorani, Borghezio, Tav, Ratzinger, Storace, Berlusconi, le coop e Fassino. Continuo sulla linea tracciata dalla quotidianità pura e semplice. Oggi, con un saluto. Perchè quando viene l'ora di separarmi dalle cose con cui ho passato parte del mio tempo, mi piace ricordare (se ci riesco) quando e dove ne sono entrato in possesso e, soprattutto mi piace pensare a quante cose c'ho fatto che neanche mi ricordo. A maggior ragione se stiamo parlando di un paio di vecchie scarpe. E non solo perchè sono delle vecchie Oakley o'nail...
(end)
 
17.12.05
  >>aggiornamento
JC, dopo avermi cantato tutto il testo della canzone "Ragazzo di Strada" dei Corvi mi ha convinto che la definizione "postcomunista" non mi si addice per nulla. Perchè per essere postcomunisti, dice lui, bisogna essere stati comunisti almeno un pò. Pur trovando il tutto alquanto strano, mi adeguo. E accetto il suo consiglio. Postborghese mi sta bene.
 
14.12.05
  >>catto-comunisti
E' solo un normale avvento come tutti gli altri, mi dico. Tanta gente in giro. Molta gente che compra poco. E poca che compra molto. Capita di sentire al telefono un vecchio amico che faceva l'archeologo ed eccolo che fa il barista di notte in un posto che si chiama "Intifada". E ti dice che il vecchio amico in comune che s'era lanciato con la carriera universitaria è entrato in seminario. Insomma, tutto normale. Tutto nella norma.
 
13.12.05
  >>Psyco-logos ovvero l'ansia da prestazione
L'altra mattina abbandono temporaneamente il mio ufficio per andare a prendere un caffè.
Ora, si da il caso che quel posto lì sia infestato da psicologi. Ne passa uno mentre mi appropinquo, gettone alla mano, alla macchinetta del caffè.

-"Caffè?" mi fa lui.

-"Eccerto!" dico io.

Nella calma piatta di un "eccerto!" che ancora rimbomba si scatena l'inferno:

-"Ci fosse ancora Marx, si incazzerebbe e avrebbe ragione. Il caffé è una droga prestazionale. Lo rendono disponibile sui luoghi di lavoro per spremere i lavoratori, direbbe Marx. Perchè è così diffusa la cocaina? Perchè nella società di oggi devi rendere, punto e basta. Come è avvenuto a suo tempo con le anfetamine: ecco un'altra droga prestazionale: le prescriveva il medico di base! Perchè nessuno si interessa dell'etica di base che regola il consumo delle droghe moderne anche perchè bisognerebbe fare una seria riflessione sui limiti delle persone sul fatto che non siamo tutti belli non siamo tutti bravi non siamo tutti simpatici non siamo tutti iperproduttivi e non possiamo esserlo sempre, in un ciclo continuo. Si affronta il problema droga solo accentuando gli effetti "collaterali" che disturbano, ma il fatto che ci si droghi per rendere di più è accettato quasi unanimemente."

Prendo il caffé e, quatto quatto, ritorno nel mio ufficio.
E' una giungla là fuori. Ma qui dentro mica si scherza.
 
12.12.05
  >>A tutta birra?
metto in pausa tutte le mie questioni lavorative.
metto in pausa il fatto che è natale, ancora.
metto in pausa tutto.

Il discorso pregnante è: possibile che io non regga neanche più una (1) birra?
Essì che quand'ero giuovincello il rapporto era ottimo (foto)
C'era rispetto reciproco. E direi anche stima e apprezzamento. Adesso non la posso vedere. Come certe persone. E credo, anzi son sicuro, che sia reciproco.
Il punto era solo questo.
Scusate dello sfogo.
(quando uno non c'ha gnente da dire-non c'ha gnente da dire!)
 
6.12.05
  >>l'avvento

Si rimane sempre senza parole di fronte a notizie come questa
Il grido di Borrelli riadattato da Castelli: "Resistere! Resistere! Resistere!- Resistere come sul Piave."
Sembra proprio che io debba sforzarmi di guardare porta a porta...


 
2.12.05
  >>A! Ba!
Al termine della giornata lavorativa odierna si sentirono rieccheggiare per i lunghi corridoi dell'amministrazione di tossicopoli queste grida misteriose. "A!" disse qualcuno nell'ombra. "Ba!" rispose qualchedun altro, stando celato pure lui al guardo. E una voce imperiosa, a me rivolta, proseguì:

"Della normativa dello diritto del lavoro reco 'l succo e la nova forma! Or ti piaccia gradir la sua venuta: flessibilità vai cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei 'l posto fisso rifiuta. Tu'l sai, che non ti fu per lei amara a Villorba la sorte, ove lasciasti la testa ch'al gran dì sara sì avara."

"Cozzo!" penso io, "questo s'è fatto come un tosato*". Che vorrà mai dire?
Dopo un lavoro esegetico degno del De Sanctis** ricavai l'interpretazione che segue:

- le mie dimissioni= respinte (sembra) sdegnosamente
- il mio contratto= riformato (pare) & riformulato
- la mia condizione di lavoratore= mi fanno fare un pò quello che mi balza per la testa (dicono)

cioè mi comporto da co.co.pro. ma rimango un dipendente business con contratto a tempo indeterminato con annessi e connessi; ma io voglio dimettermi -no! - ma non sto scherzando - neanche noi!- e la mia lettera di dimissioni? - stracciata! - e la mia dignità di libero pensatore? -comprata pure quella con tutto il resto.

e da questo si ricava quanto segue:
-o tengono a me in maniera spropositata
-oppure mi hanno teso una temibilissima trappola

...ma per una conferma vi rimando alla settimana prossima

*= così son nomati gli ospiti di tossicopoli in disintossicazione
**= Insigne critico e storico letterario dell'ottocento

TO BE CONTINUED...
 
1.12.05
  >>a volte ritornano? Questi ritornano sempre
Chi tra di voi ha avuto la fortuna di attraversare l'adolescenza negli anni ottanta si ricorderà del fenomeno che maggiormente ha segnato quella decade: i paninari.

Ma procediamo con ordine.
Se penso alle atmosfere di quel periodo mi vengono in mente: la guerra fredda; il faccione di cuoio di Reagan; le sigarette che compravo in pacchetti da 10 (10 marlboro 1.250 lire) e fumavo di nascosto; il maledetto collegio arcivescovile Pio X; il drive in di Ricci e i film che iniziavano alle 20.30; gli yuppies; i miei primi viaggi all'estero tra i quali spicca un viaggio in un mondo che non c'è più: l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche per cui ringrazierò in eterno i miei genitori; e poi ancora gli amici che allora parevano appoggi sicuri e imperituri; alcuni personaggi veramenre str*nzi; la musica, le feste e la prima morosa, giusto per citare alcune cose.

E poi i paninari. Gli stramaledetti paninari; Che in sintesi vuol dire:

-Qualsiasi cosa della Best Company, ma soprattutto le felpe;
-Il braccio di ferro con mia madre per avere un paio di scarponcini timberland;
-Il nano col suo Moncler verde;
-le orripilnati cinture El Charro;
-la nascita di espressioni che ancora adesso ripeto ogni tanto, tipo "Sei un gran gallo!";
-e insomma tutte quelle cose lì...

E quindi arriviamo all'oggi:
da qualche tempo frequento un'aula studio ricolma di giovani universitari trevigiani sui vent'anni o poco più. Ebbene sono tornati. I paninari sono tornati e sono peggio di prima. O forse non sono mai andati via...dietro ogni faccia, ogni giacca, ogni libro, c'è uno studio del look implacabile, un'attenzione ai colori, al capello a posto e al capo trendy ("che alle volte sono capi orrendi/ che a nessuno li rivendi"). Arrivano in gruppi di 4 su punto cabrio o c3 cabrio e a me vengono in mente Bruno Sacchi, Chicco Lazzaretti e i Ragazzi della Terza C sulla 205 cabrio o sulla opel cabrio che mangiano un cornetto algida.

Ma hanno qualcosa in più dei paninari. hanno tutti il cellulare ipertecnologico, il notebook col maledetto windows xp e un player mp3 attaccato al collo (e anche qua si vede come un'anzianotti come me è proprio out, chè non mi pensavo nemmeno di mettermelo al collo-è un pò come i rapper neri o bianchi coll'orologio?).

E allora mi dico: sì, gli anni novanta con la loro depressione e angoscia di vivere e le camicie di flanella se ne sono andati del tutto. Per alcuni. O forse non sono mai arrivati?
 
Non è strano che noi padroni e forse inventori dell'universo per comprenderne un'acca dobbiamo affidarci ai ciarlatani e aruspici che funghiscono ovunque? No, in effetti non lo è.

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