E dunque l'ho fatto.
Il nostro eroe che chiameremo s., dopo anni spesi al servizio del bene decide di ammutinarsi e abbandona senza dire nè a nè ba, il suo posto di lavoro (che era un covo di sporchi catto-comunisti).
Dopo poco / poco dopo scopre una grande realtà della vita: chi non lavora non fa una lira.
Mentre sta ancora riflettendo su questa grande verità, gli arriva provvidenziale una telefonata per un lavoro presso una struttura che in un qualche modo è simile alla precedente. Fa il colloquio e il capo della baracca lo assume (pure lui senza dire nè a nè ba) all'istante con un contratto a tempo indeterminato e con incarichi molto interessanti.
E' quello a cui noi tutti giovani precari aspiriamo: il posto fisso.
Qui c'è tutta la parte in cui S. instaura un sistema a democrazia partecipata ma viene fronteggiato dai catto-fascisti ed è costretto a ripiegare su un sistema dispotico modello sotto-dittatura.
Oggi: mentre i suoi amici e i semplici conoscenti lo additano per strada a modello di self-made polentùn, e riceve lettere di ammiratori che chiedono esterrefatti come ha fatto in questi tempi di vacche magre e di berlusconi grassi a farsi assumere con contratto non co.co.co, nè co.co.pro, nè occasionale nè tempo determinato ma a tempo indeterminato con mansioni direttive, egli, oggi con un felino balzo alla gola del capo della baracca (che non fa in tempo a dire nè a nè ba) si smarca e segna un clamoroso gol. Nella sua stessa porta.
Insomma proprio non mi andava. E ho praticato agevolmente il recesso allo scadere dei due mesi di prova (modello sapientemente trasformato in stile di vita da D.H.). E adesso?
Si ricomincia. Tutto daccapo. da precari. E vaffanculo a
Casarini.Lui e pure
San Precario.Lo so che qualcuno si aspettava che annunciassi la mia imminente partenza per l'afghanistan in deltaplano. ma ci sarà tempo anche per quello.